Un ritratto del sesso in Usa firmato Gay Talese
Motel Voyeur
Gay Talese
Rizzoli – 2017 – 19 euro
Dopo La donna d’altri e Frank Sinatra ha il raffreddore, torna Gay Talese, giornalista e scrittore, considerato con Tom Wolfe e Norman Mailer il padre del «new journalism» americano. Questo volume, di cui Steven Spielberg ha comprato i diritti cinematografici con Sam Mendes come regista, racconta quanto è accaduto all’Autore il 7 gennaio 1980, quando – mentre stava pubblicando il già citato La donna d’altri – riceve una lettera anonima dal Colorado. Il mittente racconta a Talese di aver acquistato il Manor House Motel alla fine degli anni Sessanta per soddisfare la propria passione voyeuristica. Sotto il tetto della struttura ha costruito una «piattaforma d’osservazione» da cui, attraverso dei finti condotti di aerazione, osserva gli ospiti a loro insaputa. Il giornalista incontra l’uomo ma, dopo che questo gli spiega di voler mantenere l’anonimato, decide di non pubblicare questa storia. Passano gli anni, Talese rimane in contatto con il proprietario del motel, Gerald Foos, , che gli invia pagine e pagine del suo Diario del Voyeur, un registro in cui ha annotato abitudini, vizi e passioni dei suoi ospiti, pensando a sé come a un pioniere della ricerca sul sesso. Il risultato, pubblicato dopo più di 35 anni dalla prima lettera, è un ritratto della sessualità statunitense fra gli anni Settanta e gli anni Novanta: coppie sposate, amanti occasionali, omosessuali, vedove ed escort che, a loro insaputa, arricchiscono questo «studio non autorizzato» il cui autore, Foos, è anch’egli un personaggio che deve essere raccontato.
Un’inchiesta controversa e scandalosa che offre un’altra prospettiva sugli Stati Uniti nella seconda metà del Novecento: un’alternativa istantanea delle abitudini sessuali di una nazione che stava vivendo gli effetti della guerra in Vietnam, i giorni della rivoluzione sessuale, della desegregazione. Un autentico capolavoro di giornalismo d’inchiesta, a opera di un maestro del genere.
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