Roberto Calderoli uccide di emendamenti lo ius soli
Lo ius soli è stato ucciso dai 49.745 emendamenti firmati Lega Nord. Se era già in dubbio l’approvazione della legge prima della fine della legislatura, il Carroccio le ha dato il colpo di grazia. Se Pd, Mdp, Ap e M5S non hanno deposto emendamenti, Forza Italia ne ha presentati 287, il gruppo misto 7, Fratelli d’Italia 14 e le autonomie 7, per un totale di 50.074.
Il senatore leghista Roberto Calderoli si appropria del merito dell’impresa: per parlare di ius soli «ci vuole un bel pelo sullo stomaco, come quello che ha il Pd». Di fronte alla gigantesca mole di emendamenti, pochissimi in confronto ai milioni presentati a proposito della riforma costituzionale, il senatore non ha dubbi: «Insistere sullo ius soli è veramente il suicidio assistito del Pd». Poi parla dello stupro di Rimini: «Due dei violentatori, se mai passasse lo ius soli, diventerebbero cittadini italiani e potrebbero non solo votare ma potrebbero addirittura essere candidati alle elezioni» e, a proposito della loro detenzione, «per rispetto alle loro vittime, facciamogli scontare la pena interamente, senza attenuanti, senza benefici o sconti, fino all’ultimo giorno». Il nesso fra lo stupro di Rimini e lo ius soli è incomprensibile.
La corsa dello ius soli sembra finire qui, a causa del numero esagerato di emendamenti presentati dalla Lega. Meno male che pensavano di discuterlo in autunno.
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