Roberto Vecchioni alla Fiera delle Parole

Sabato 11 ottobre, ospite fisso a La Fiera delle Parole, è tornato a Padova Roberto Vecchioni, accolto dalla sala gremita di persone, molte delle quali rimaste in piedi, forse anche a causa di una organizzazione non proprio brillante.

Nel corso dell’incontro a Palazzo della Ragione il cantautore ha spiegato come Il Mercante di Luce (Einaudi, 2014) sia stato il risultato di una scommessa che aveva da quarantacinque anni con se stesso: «Ogni volta che partivo con l’inizio di un nuovo romanzo mi veniva in mente che era meglio o peggio, ma non era quello che volevo e dovevo scrivere dall’inizio. Per anni sono stato animato da quest’ossessione, questo diavolo dolcissimo, tuttavia di volta in volta ho rimandato l’opera che doveva essere una collezione di ricordi, mete e sogni della mia vita».


Una vita davvero speciale quella di Roberto Vecchioni: la notevolissima discografia, i numerosi riconoscimenti ottenuti (tra i quali la nomina a Cavaliere della Repubblica, due premi “Tenco” alla carriera, la vittoria al Festival di Sanremo) e le collaborazioni con artisti del calibro di Ornella Vanoni, Gianna Nannini, Anna Oxa, Patty Pravo e Adamo l’hanno reso uno dei cantautori italiani di maggior successo degli ultimi quarant’anni. Parallelamente a questo, è anche autore di svariati saggi, articoli di fondo per i massimi giornali italiani e romanzi come Le parole non le portano le cicogne, Il libraio di Selinunte e Scacco a Dio.

Laureato in lettere antiche, il Professore ha insegnato per più di trent’anni in vari licei classici di Milano e di Brescia, schierandosi sempre con convinzione dalla parte degli studenti.
«Al giorno d’oggi – afferma Vecchioni – vedo dal di fuori che c’è tanta dispersione, ma non è colpa dei ragazzi. Bisogna lasciare loro opportunità e speranze, chi di dovere non lo sta facendo; si deve rischiare con i ragazzi, nessuno dei vecchi lo fa: questo è il problema. Si possono anche perdere soldi, una nazione può farlo e indebitarsi pur di dare delle opportunità agli studenti, e questo l’Italia non lo fa. Io penso sempre bene di loro perché quelli che fanno vedere i mass media non sono nemmeno la maggioranza dei ragazzi».

Ragazzi proprio come il protagonista del romanzo Il mercante di luce, libro che racconta il viaggio di un padre e di un figlio attraverso i versi dei lirici e tragici greci. Marco ha diciassette anni e soffre di progeria, una malattia che accelera lo scorrere del tempo condannandolo a una vecchiaia precoce. Suo padre è un professore di letteratura greca: non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l’omologazione, e vuole trasmettere al figlio quanto ha di più suo. Il filo che li unisce è la poesia greca: tra Omero, Saffo, Anacreonte, Sofocle, Euripide troveranno il varco per salvarsi entrambi, perché non è possibile che «gli uccelli cantino quando passa la tempesta, e gli uomini non sappiano nemmeno esser felici del sole che gli resta».


A dieci giorni dall’uscita del libro, Vecchioni parla del suo rapporto con musica e poesia dando alcune anticipazioni: «Va detto innanzitutto che la poesia è nata con la musica. Mi sono soffermato molto sull’importanza della poesia musicale nella storia degli uomini, nella vita e nella capacità di comprenderne il senso. Il mio legame con la poesia è sempre stato molto forte, fin da quando ero piccolo. Poi sul rapporto tra lirica e musica c’è qualcuno più grande di me che ha già risposto con i fatti e con le parole: Fabrizio De André ha risposto con i fatti, dimostrando di essere veramente un grande poeta. Lui può anche leggersi da solo, senza la musica».

Chiara Corradi

Chiara Corradi e Roberto Vecchioni
Chiara Corradi e Roberto Vecchioni