In un romanzo il dramma della guerra civile
Bandiere rosse, aquile nere
Guido Cervo
Piemme — 2016 — 22 euro
Docente di diritto e di economia politica, Guido Cervo è anche un appassionato di storia, questo lo ha portato ad avere le competenze per poter scrivere questo lungo (più di 700 pagine) e complesso romanzo. Il 25 luglio 1943 viene annunciata la destituzione di Benito Mussolini e, quanto meno ufficialmente, questo evento sancisce la fine del Ventennio. Il fascismo, da fenomeno di massa durante il cosiddetto «periodo del consenso» era diventato con il secondo conflitto mondiale molto meno popolare. L’8 settembre successivo viene firmato l’armistizio con gli Alleati ma, nonostante le speranze di una nazione, la guerra non è ancora finita. Bandiere rosse, aquile nere già nel titolo riassume bene la situazione sociale successiva alla caduta del Duce e alla fuga dei Savoia: l’occupazione nazista oltre la linea Gotica obbligava a una scelta: da che parte stare? Due opposti schieramenti che diedero vita alla sanguinosa guerra civile durata quasi un biennio. È in questo clima drammatico che si incrociano le vite di alcuni giovani: Alberto, tornato invalido e amareggiato dalle battaglie in Africa settentrionale; suo fratello Eugenio, ancora pronto a sacrificarsi nel nome del suo ideale fascista; Anita, la loro sorella adottiva, militante comunista; e poi Stefano, che ha già combattuto contro il fascismo in Spagna. I personaggi, nati dalla fantasia dell’Autore, riescono a mostrare ogni sfaccettatura del complicato e drammatico periodo ’43-’45: la guerra civile ha spezzato famiglie, legami e amicizie, è intervenuta nella vita privata degli italiani come mai una guerra aveva fatto prima di allora. C’era chi rimaneva fedele al fascismo per scelta, per paura o per volontà di non scegliere, e chi invece, dopo un Ventennio di silenzio e di oppressione, ha scelto la strada della montagna unendosi ai gruppi di partigiani. Scelte radicali che portarono a drammi, lutti, vendette, che inevitabilmente investiranno anche i protagonisti del romanzo. Già autore esperto di romanzi storici, Guido Cervo ha la capacità di equilibrare l’impianto reale con quello inventato, spiegando una terribile pagina di storia italiana senza mai venire meno al suo obbligo di scrittore, ossia intrattenere. Il risultato è un intruglio di notevole qualità, che andrebbe letto ai più giovani i quali spesso si proclamano fascisti o antifascisti senza sapere cos’è successo settant’anni fa.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia