Roma: all’Ara Pacis Toulouse-Lautrec
L’Ara Pacis di Roma ha accolto 170 opere dell’artista parigino Henri de Toulouse-Lautrec, provenienti dalla collezione del Museo delle Belle Arti di Budapest. Le litografie dell’artista francese, esposte a Roma fino all’8 maggio, ripercorrono la Parigi di fine Ottocento e del periodo di suo massimo splendore: la Belle Epoque.
La mostra celebra uno dei protagonisti della vita bohémienne di Parigi, divenuto il più famoso pittore di fine Ottocento legato alla corrente impressionista e post impressionista.
In quegli anni l’ambiente parigino era in grande fermento: la sua riedificazione a opera di Haussmann, l’Exposition Universelle, il Moulin Rouge, i café-concert, le prime pellicole dei fratelli Lumière e l’arte di grandi pittori come Monet, Renoir, Van Gogh e Degas la resero il cuore pulsante dell’Europa.
Toulouse-Lautrec rese famosi con le sue opere il quartiere di Montmartre, il Moulin Rouge, il celebre locale di cabaret Le Chat Noir, il Moulin de la Galette e Les Folies-Bergère. Tra i manifesti e le litografie esposte a Roma si può scorgere il particolare stile di Toulouse, ovvero la sua attenzione al corpo e alla figura umana, dovuto alla rara malattia alle ossa di cui soffrì fin da piccolo.
La donna era il suo soggetto prediletto e le sue opere più belle sono consacrate all’universo femminile. Toulouse frequentava le strade di Montmartre, i cabaret e i bordelli. I soggetti dei suoi quadri sono personaggi dei bassifondi di Parigi. Nei bordelli riuscì a guadagnarsi la confidenza delle prostitute. La naturalezza e l’assenza di inibizioni con cui queste donne si rapportavano al proprio corpo le rendevano delle modelle ideali, considerate dal pittore francese simbolo di talento, eleganza e sensualità. Il pittore non disegnò mai immagini a sfondo sessuale: Toulouse-Lautrec andava oltre le apparenze. Il suo stile diventò unico perché riusciva a disegnare in modo realistico e naturale, svelando spesso i retroscena della vita di ballerine e prostitute.
Nel 1891 ricevette l’incarico di disegnare La Goulue, il primo manifesto per pubblicizzare il Moulin Rouge, che sarebbe diventato poi il microcosmo dal quale avrebbe tratto continuamente ispirazione. Il celebre locale offriva al pittore e ai suoi visitatori la faccia più libertina di Parigi.
Nella mostra si possono ammirare i manifesti pubblicitari di locali parigini come il Divan Japonais, l’illustrazione della rivista La revue blanche, le raffigurazioni di attrici, cantanti e ballerine come Yvette Guilbert, Jane Avril, Loïe Fuller, Marcelle Lender, e la serie intitolata Elles, con le stampe dedicate alla vita nei bordelli.