Salviamo l’Italia dai lecca lecca!
Ieri sera ero al Gran Teatro Geox a Padova a vedere Slurp, l’ultimo spettacolo teatrale di Marco Travaglio e Giorgia Salari. Il recital è dedicato integralmente alle «lingue» giornalistiche che da trent’anni caratterizzano l’informazione nostrana. Tra primo e secondo tempo, fuori a fumare una sigaretta, gran parte dei presenti discuteva sul leccaculismo appena illustrato dal direttore del Fatto. Non c’erano monologhi nell’area fumatori, ma discussioni: «Secondo me Travaglio si inventa tutto», «Ma sei scema? Io alcuni degli articoli che cita li avevo letti e mi ero indignato già al tempo», per poi andare verso il più profondo interrogativo «Ma cos’è l’informazione italiana?». Caro Marco, obiettivo raggiunto mi pare.
Allontaniamoci un momento dal caso specifico di ieri sera per fare un discorso un po’ più generale: qual è il problema della stampa italiana? I giornalisti leccaculo o i lettori che si fanno prendere in giro credendo che questa sia informazione? Questione alla quale non siamo in grado di dare una risposta. «È seduttivo, ma diffidente. Mentre cammina tra ingegneri e operai, addetti alla fonderia e alla tornitura, uomini della mensa e collaudatori, il suo orecchio non sente, ma è levato in alto per chiunque voglia versarvi le sue parole; la sua bocca non si muove, ma custodisce un sorriso per tutti coloro che hanno bisogno d’approvazione». Questo è l’incipit dell’intervista di Salvatore Merlo a Luca Cordero di Montezemolo (allora ancora a Maranello) per il Foglio. E poi: «E un largo sorriso malizioso si stampa subito su quella faccia affilata, dall’occhio liquido, sormontata dalla famosa capigliatura da insidiatore di femmine. Eppure la domanda che gli faccio è ovvia: per anni Luca Cordero di Montezemolo ha fatto tutto ciò che è lecito immaginare debba fare un membro dell’establishment, per quanto incerto e soffice, che voglia preparare una sua entrée charmante in politica; ma alla fine, malgrado gli sforzi, a febbraio 2013, l’uomo dell’establishment ha invece scelto di non esserci. Ma perché? “Guardi Merlo”, dice lui prendendomi seccamente per il nome, “la verità è molto semplice. A un certo punto è arrivato Mario Monti e io, che non ero nemmeno troppo convinto, mi sono fatto da parte”. Dunque Montezemolo depone il sorriso, e la prende alla lontana». E qua ci fermiamo per non rendere ancora più evidente il godimento del Merlo.
Abbiamo voluto fornirvi un esempio di quello che è il leccaculismo della stampa italiana, pare impossibile che un’intervista del genere sia apparsa su un quotidiano, siamo d’accordo. Ora però tocca ai cittadini indignarsi, chiedere di avere un’informazione vera, smettere di comprare i giornali e di guardare i tg che slinguazzano e basta, lamentarsi scrivendo ai direttori. Noi con La Voce stiamo facendo correttamente il nostro lavoro, ora però voi lettori dovete aiutarci.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia