Salviamo la Costituzione

Sono rimasta sorpresa nel leggere così tanti commenti negativi sotto un video di Roberto Benigni dal titolo “La più bella del mondo”. Si trattava del suo spettacolo sulla Costituzione, in particolare introduzione e articolo uno. Come si poteva dissentire dalle sue parole, così piene d’amore per gli Italiani e per l’Italia? Ha cominciato dalla prima metà della prima riga: l’Italia è una Repubblica democratica. Un inizio di una potenza disarmante. Ci dimentichiamo troppo spesso di essere stati sudditi e servi, ma ora non lo siamo più, siamo liberi, se solo desideriamo esserlo. Dopo la definitiva caduta del fascismo, molti di noi erano smarriti, non avevano casa, lo Statuto Albertino era morto, ma camminava ugualmente come uno zombie. E poi è arrivata questa carta, la più bella del mondo, specie i principi fondamentali. Certo ha i suoi difetti, uno dei quali è questo: fu scritta da 600 padri costituenti, ma seicento erano troppi, quindi furono divisi in commissioni e sottocommissioni, ognuna delle quali lavorava separatamente, nessuna volle rinunciare a parte del lavoro, col risultato che alcune parti della carta non risultano coese fra loro. Ma più che dei difetti, volevo cominciare dai pregi, l’articolo primo in particolare. Prima di discutere se sia opportuno rinunciare al bicameralismo perfetto o meno, mi stavo chiedendo: per quanto tempo continueremo a maltrattare i primi dodici articoli? Siamo l’unico stato fondato sul lavoro, ovvero sul contributo che ognuno di noi dovrebbe dare al paese e alla realizzazione di sé. Il lavoro non è solo questione di prendere uno stipendio, d’indipendenza economica, è questione di dignità. Avere un lavoro significa alzarsi la mattina con uno scopo, con un posto dove andare. Come forse avete notato, non me intendo di economia, ma so cosa succede a un ragazzo che dopo la maturità non sa che fare o, peggio, che abbandona gli studi ancora prima della maturità. La disoccupazione è al 13% ( quella giovanile è più alta) e non credo con tutto l’ottimismo possibile che il dato scenderà a breve. Sarebbe già un risultato non farla aumentare. Sarebbe un risultato che il governo riuscisse davvero a far assumere i precari della scuola come ha promesso. Nutro una speranza flebile al riguardo, ma continuo a confidare. Nel frattempo, tiro fuori gli artigli e mi creo da sola opportunità di lavoro, anche quando sembrano non essercene, perché quando sei uno studente di lettere le occasioni sono poche. E’ uscito il jobs act tanto atteso, è solo una bozza, confesso di non averla letta perché ho avuto molto lavoro (!) con l’università, ma lo leggerò quanto prima e vi farò sapere sinceramente cosa ne penso. Se vi sembra superflua questa mia insistenza sull’articolo uno parte prima, non stupitevi. L’anno scorso, facendo zapping ho beccato l’Eredità. La domanda era la seguente “Su cosa è fondata la repubblica italiana?”. La concorrente rispose “Famiglia!”.

Cecilia Alfier

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