Sarcasmo cerca casa… in un castello
Il vostro Sarcasmo preferito è tornato! Ok… L’unico sarcasmo che conoscete. Il fatto è che cercavo casa, esatto una casa che si confacesse a un Re e devo dire che l’ultimo articolo del suddito Federico è stato molto d’ispirazione. Il tour delle Hogwarts italiane, dove stranamente manca la Scuola Holden, che è in Italia il posto più simile alla scuola di Harry Potter, come è noto.
A parte questa grave omissione, l’articolo mi ha fatto riflettere. Questo Paese è quello giusto per i castelli in aria. Ne abbiamo visti molti essere edificati e crollare nel corso del tempo, ma siamo sempre stati accompagnati da altrettante certezze. Ogni due anni ci sono le primarie del PD e non cadrà mai il Teatro Ariston, ad esempio.
Quello che state per leggere è una vera e propria ricerca di un’abitazione per il mio regale personaggio. Vi illustro tre dei cinque castelli descritti da Federico in una maniera più realistica, anche se, a dire il vero, il Castello di Varese non è proprio quello.
Alla ricerca di una casa regale
Questa settimana ci sono castelli in aria che mi va di visitare, perché non sono più fatti d’aria. Come la casa di Edoardo, di Varese, che ha vinto MasterChef, altra certezza da dodici anni a questa parte. Non so cosa ci sia di vero nel programma e cosa ci sia di montato ad arte e francamente non mi importa granché. La storia del rider che si licenzia e diventa chef ha incantato tutti, ma soprattutto quello che ha incantato tutti è stata la sua personalità. Non è il classico concorrente di reality che piange continuamente, facendo pesare la sua storia strappalacrime. Lui è un’esplosione di gioia continua, è un trascinatore, canta in un simpatico duo, cerca di andare d’accordo con tutti e fare da paciere, si taglia i capelli da solo, somiglia a D’Artagnan in salopette. Oltre a cucinare in modo bello e stranissimo. Varese assolutamente promosso come castello della settimana.
Invece, nel castello di Donnafugata non ci metterei mai piede o ruota, questo perché detesto il Gattopardo in ogni sua forma. Ho addirittura mentito all’esame di Letterature Comparate, pur di non doverlo rileggere, che supplizio che era stato per me. Periodi eccessivamente lunghi, solo ad aprire il libro mi viene il mal di testa. E poi il motto di Sarcasmo è esattamente il contrario del gattopardismo, cioè: “Fare ancora le stesse cose e cambiare tutto”. Così, semplice e stupido, perché Sarcasmo è un vero dittatore del XXI secolo. Destinazione bocciata su tutta la linea.
Dei castelli in Abruzzo non so nulla, ma uno che si chiama Corvo De Corvis ha già il mio plauso. Purtroppo, pare che nessun membro realmente esistito della famiglia Corvi sia stato sufficientemente creativo, o crudele, da chiamare suo figlio “Corvo”. Federico l’ha spiegato bene chi è Corvo, in pratica il Barone Sanguinario. Non proprio il più facile dei coinquilini, ma comunque sempre meglio convivere con lui che con Sheldon Cooper. Bastano un paio di regole: olio di gomito per le macchie di sangue e niente ius primae noctis ai danni della moglie di Sarcasmo!
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.