Sarcasmo da Rotterdam: speciale di guerra
So benissimo che non c’è molto da ridere data la situazione attuale. L’atmosfera due giorni fa in ufficio era delle più tristi, la boss si è anche dimenticata di rimproverarmi, anzi ha cominciato a dispensare merendine e baci perugina. Al posto della diretta dei litigi di Alex e Delia al Grande Fratello, c’erano uno speciale di guerra in diretta dall’Ucraina, con la sua dose di apprensione. Eravamo tutti più mogi da una parte, ma anche stranamente rilassati e, in definitiva, più umani. Anche se solo per un giorno.
Nella tristezza totale mi sono domandata: «Cosa farebbe Sarcasmo se la guerra gli bussasse alla porta di casa?»
Così è nato lo speciale di guerra, una lista delle sue possibili reazioni immediate, un utile decalogo delle dieci cose da (non) fare e (nemmeno) pensare in caso di Terza Guerra Mondiale:
- Quando gli altri dicevano che la pandemia era come una guerra, lui faceva una smorfia pensando che ancora non avevano visto niente;
- è ancora convinto che la rabbia di Putin sia tutta colpa sua, non avrebbe mai dovuto accettare di scrivere una tesi sulla giornalista Anna Politkovskaja;
- va all’assalto del supermercato, ma si concentra soltanto su uova, pancetta e pecorino, perché: «Se dobbiamo morire tanto vale ammazzarsi di carbonara»;
- ha già comprato una casa per premunirsi. Ovviamente con cantina attrezzata a bunker antiatomico;
- pensa di sapere tutto di come si combatte una guerra, perché una volta alle medie ha visto Salvate il soldato Ryansenza chiudere gli occhi;
- in realtà riesce a ferirsi anche giocando a Risiko;
- preso atto di questo, decide di farsi dare l’esenzione dal servizio militare, provando il vecchio trucco del pollice e del dito tagliato;
- prova a rimorchiare ragazze dicendo: «Facciamo l’amore, non facciamo la guerra», ma finora ha soltanto rimediato schiaffi;
- è pacifista all’estremo finché non vede qualcuno mettere il ketchup sugli spaghetti;
- sa benissimo che in caso di chiamata alle armi, non potrebbe scegliere lo scudo di Capitan America.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.