Servizio Civile: vero e proprio lavoro a 3.60 euro l’ora

In Italia il senso civico è carente e l’individualismo preponderante certo non è d’ausilio al recupero di un sentimento di appartenenza alla comunità. Così, mettersi al servizio dell’altro troppo spesso passa in secondo piano, preferendo concentrarsi sui propri obiettivi, sulle proprie necessità. Tranquilli, però, sembra che la soluzione sia a portata di mano: il Servizio Civile Nazionale.

Il nome esplode di poesia, riecheggia di buoni sentimenti. Immediatamente vengono evocate immagini di giovani che si recano a casa dei vecchietti abbandonati alla solitudine per far loro un po’ di compagnia, o disabili che vengono condotti a fare la spesa il sabato pomeriggio perché impossibilitati a guidare, o, ancora, visite di cortesia a malati allettati. Che gesti d’altruismo disinteressato che induce a immaginare la denominazione di questo progetto! Tuttavia, questi quadretti non corrispondono esattamente alla reale natura delle attività richieste.

Infatti, al contrario di come il Servizio Civile viene raccontato, esso non ha molto a che spartire col volontariato, anche se spesso questo nobile gesto di donarsi al prossimo viene tirato in ballo come fonte di legittimazione. Ci troviamo di fronte alla richiesta di vere e proprie prestazioni lavorative. Eccone un esempio lampante:

Come si denota chiaramente, non si tratta di regalare il proprio tempo a qualcuno in difficoltà, ma di lavorare a tutti gli effetti. Tristemente, non ci si sorprende neanche troppo che l’offerta venga lanciata proprio da un sindacato, la CGIL, il quale dovrebbe mirare a debellare ogni forma di sfruttamento. Attenzione, qualcuno addurrà che non si possa applicare quest’etichetta alla pratica in questione, poiché, come si legge, è previsto dal Servizio Civile Nazionale un trattamento economico di 433,80 euro: che retribuzione faraonica, signori! È un attimo verificare, calcolatrice alla mano, che al giovane finiranno in tasca appena 3.60 euro l’ora: difficile considerare questa una paga oraria dignitosa. Alla retribuzione non congrua, si aggiunge il fatto che, non essendo in presenza di regolare contratto di lavoro subordinato, il ragazzo non vedrà riconosciuti i diritti che spettano a un dipendente in piena regola. 

Ci siamo imbattuti anche in un altro annuncio di questo genere.

 

In questo caso, si richiede di svolgere un’attività di doposcuola. Apparentemente, questo potrebbe suonare come vero e proprio volontariato, ma va rilevato un dettaglio non trascurabile: tutto questo viene gestito dalla Casa Maria Ausiliatrice, un istituto paritario. Sarebbe curioso che le suore in questione facessero versare la retta agli alunni iscritti all’asilo e neanche un euro a chi viene seguito nello studio pomeridiano. Perciò, è altamente probabile che le religiose non gestiscano questi bambini a titolo gratuito. Assolutamente lecito, ma, allora, risulterebbe più giusto affidarsi solo a personale regolarmente assunto, invece di affiancare a questo ragazzi a costo zero (dato che è lo Stato a sovvenzionare).

Non solo i privati si avvantaggiano del Servizio Civile, troviamo anche la pubblica amministrazione, infatti. Il Comune di Alba, in provincia di Cuneo, ad esempio, è alla ricerca di due tipi di figure, teniamo a sottolinearlo, professionali, per un totale di cinque posti: la prima, impiegata nel settore sociale della Ripartizione Socio Educativa e Culturale, in particolare al Centro Giovani e nelle scuole cittadine; la seconda tipologia riguarda, invece, il museo, il teatro e la biblioteca della città, dove i «volontari» avranno il compito di potenziare e divulgare le iniziative esistenti, raggiungendo il maggior numero di possibili fruitori delle proposte. Insomma, anche in questo frangente, si tratta di impieghi lavorativi e non di rendersi utile a chi versa in condizioni di disagio, per cui ci si chiede perché non vengano adoperati dipendenti statali.

«Promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli», viene scritto tra le finalità del progetto, sul sito dedicato. Purtroppo, al contrario,  questo è ciò che lo Stato offre ai giovani: lo svilimento dei loro diritti, travestito da insegnamento della solidarietà.