Shakespeare a 400 anni dalla morte

Il 23 aprile 1616 muore William Shakespeare, lo scrittore che più di tutti ci ha fatto piangere e che a modo suo ci ha fatto ridere, che ci ha insegnato tanto sull’amore e sulla vita, regalandoci finali tristi e lieti, per farci capire, andando costantemente alla ricerca del senso del mondo, che la vita non è solo rose e fiori.

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Sono trascorsi esattamente 400 anni dalla sua morte ed ancora oggi è considerato il più rappresentativo scrittore inglese, ciò significa che nessuno prima e dopo di lui ha saputo eguagliarlo. Poeta e drammaturgo, è stato capace di eccellere sia nella tragedia che nella commedia, ma bisogna sottolineare che neanche i suoi sonetti furono da meno, basti pensare al sonetto CXXX intitolato My mistress’ eyes, in cui inizia a dire «Gli occhi della mia signora non si possono minimamente paragonare al sole»: già dal primo verso si intuisce la sua forte vena poetica. Delle sue opere ci sono pervenuti 37 testi teatrali e 154 sonetti, ma di documenti riguardanti la vita privata si ha ben poco. Sappiamo che nacque a Stratford on Avon nell’aprile 1564, terzo di otto fratelli, che si unì in matrimonio con Anne Hathaway all’età di diciotto anni e che con lei si trasferì a Londra. Fu proprio nella capitale che ebbe inizio la sua carriera; lì fece le sue prime esperienze in teatro, dapprima come attore, scoprendo però di non essere affatto portato per la recitazione, e subito dopo come scrittore. Da quel punto della vita in poi, sono le sue opere a parlare. Le opere teatrali sono state tradotte in tutte le lingue del mondo e messe in scena più di qualunque altra opera. Il suo linguaggio moderno e il suo modo di raccontare la realtà attraverso la finzione e la vita attraverso il sogno hanno influenzato numerosi scrittori dopo di lui, ma soprattutto molte sue espressioni linguistiche sono entrate nel linguaggio inglese quotidiano, come «Essere o non essere, questo è il dilemma» ( tratto dalla tragedia di Amleto). Moltissime delle sue opere teatrali sono state rappresentate anche sul grande schermo, alcune in forma integrale e altre come riadattamento, poiché i temi che toccava nei suoi drammi risultano sempre molto attuali. Inoltre, sono stati realizzati dei film proprio sulla vita di William Shakespeare, come Shakespeare in love e Anonymous. Tuttavia, molti sono gli studiosi che hanno sollevato diversi dubbi sulla vera identità di Shakespeare, riguardanti la sua sessualità, il suo aspetto fisico e persino sull’attribuzione delle sue opere e sulla sua stessa esistenza. Che si chiami col come di William Shakespeare o che quello sia stato soltanto un modo di nascondere la sua vera identità, quelle straordinarie opere esistono e in esse si cela una brillante ed inconfondibile personalità. A tal proposito, concludo proprio con una citazione tratta dalla tragedia Romeo e Giulietta, nella speranza che venga colto il messaggio: «Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo».

Valeria Mancini