Si spoglia ma va bene perché è di un partito minore

Il fatto è molto semplice.

La responsabile della comunicazione di un partito politico posta una foto di sé in bikini, sulla barca, con il sedere ben in vista; sopra, la scritta “ Ciao. E’ iniziata la campagna elettorale e io uso qualsiasi mezzo. Votate X”. Che sia il solito (ex) Cavaliere che ci delizia con una delle sue olgettine, pronte a tutto pur di difenderlo? Ebbene no. Che sia il Pd che decide di virare, di cambiare tattica, usando una Boschi in lingerie per attirare le simpatie dei guardoni? Ebbene no.

Che sia il Movimento 5 Stelle che ci propone una grillina che si farebbe tatuare “Beppe I love u” sulla chiappa? Ebbene, ancora una volta no. Perché in questi casi la stampa sarebbe insorta. Invece il web è stranamente in delirio per il sedere della signorina, a cui appone una sonora “A+” omaggiandola con parole di sostegno ed elogiando l’estrema ironia.

Già, il web è in delirio e la stampa la idolatra. Perché? Semplicemente perché la signorina in questione è Paola Bacchiddu, responsabile della comunicazione della lista L’Altra Europa con Tsipras. Un partito piccolo, rispetto ai grandi colossi della politica italiana. Un partito che, a detta della stampa “alternativa e non di regime” (insomma, a detta del giornalismo non pagato), è fortemente penalizzato dagli altri partiti. Il perché sempre il solito, quello che sbandierava anche Grillo agli albori del Movimento 5 Stelle: è un movimento “temibile” e per questo schiacciato dalle televisioni e dai media. Discorsi triti e ritriti; ben sappiamo che ogni movimento sconosciuto o che non riesce ad assurgere alla gloria in meno di cinque mesi, è da considerare temuto, innovativo, che scalza il potere dominante e per questo tenuto a bada dai media. L’ipotesi che cinque mesi siano pochi e che qualsiasi locale appena nato (se si trova tra l’Harry’s Bar e il Billionaire) debba faticare e sgomitare per trovare la ribalta, non è concepibile. Pertanto il sedere della Bacchiddu fa scalpore ed è considerato una manovra elettorale al pari degli 80 euro di Renzi o dell’IMU di Berlusconi. Diciamocelo: se fosse apparsa Maria Elena Boschi seminuda, o l’onnipresente Carfagna in bikini, i giornalisti del web sarebbero insorti come leoni. Ecco, l’ennesima mercificazione del corpo femminile per poter accalappiare i voti più beceri. Ma se a spogliarsi è la responsabile di un partito minore, diviene simbolo dell’ironia e della voglia di emergere; perché, dicono, “la Bacchiddu ha anche altro da dire”. Bene; e perché, invece di spogliarsi, non l’ha detto? Non risulta che il ministro Boschi abbia dovuto mostrare il sedere per far capire che ha delle capacità. Ha raggiunto il suo scopo, l’ha anche quasi dichiarato. Ma la distinzione tra la nudità della Bacchiddu, volta a ricevere visibilità in modo discutibile, e quella di altre politiche in passato, mi pare alquanto assurda. Ma si sa. Noi siamo un Paese che vuole il marcio, il vittimismo, l’inchiesta, la provocazione anche inutile.
Panem et inchiestam.

Così una donna in bikini diventa il simbolo della rivoluzione e di un partito innovativo. Non so voi, ma sembra di esser tornati indietro di vent’anni.

Alessandra Busanel