«Sorry», se chiedere scusa è roba da thriller
Sorry
Zoran Drvenkar
Fazi Editori – 2012 – 12 euro
Quattro ragazzi e un’idea innovativa che, dopo un inizio a gonfie vele, li trascinerà in una surreale situazione in cui la loro vita e quella dei loro cari è messa in pericolo: di questo tratta Sorry, che prende il titolo dall’agenzia creata dai quattro amici.
Il compito dell’agenzia è quello di chiedere perdono a qualcuno a cui il cliente ha fatto del male e non ha avuto il coraggio di scusarsi. I problemi iniziano quando si tratta di seppellire un cadavere. Da lì, la trama si infittisce, la tensione sale, così come il numero di omicidi di cui comprendere il movente e i lutti da affrontare.
Avvincente fino all’ultima pagina, Sorry non dà possibilità di annoiarsi, infatti la trama scorre in ogni capitolo dal punto di vista di un personaggio diverso, uno fra i quali è «tu», ovvero il lettore stesso. Inoltre, viene toccato lo scottante tema della pedofilia e ci si rende conto che anche i «buoni» possono far parte dei «cattivi», che anche una persona dall’apparenza innocente può avere un lato segreto molto oscuro e che chi si pensa di conoscere bene può avere un’immensa sofferenza alle spalle.
L’Autore, con il suo linguaggio semplice e scorrevole, compensa la difficoltà che si può trovare inizialmente nel passare da un personaggio a un altro a ogni capitolo: lentamente la matassa si dipana, i misteri vengono gradualmente svelati e il lettore non potrà fare a meno di andare avanti, catturato nell’intricata ragnatela di fatti tesa a mettergli i brividi, come dovrebbe fare ogni thriller per essere all’altezza di Sorry.
Chiara Figura
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