Squallor Lega
Si è suicidato in carcere il presunto assassino del gioielliere di Roma.
Lo avevano arrestato con la refurtiva e due pistole, l’uomo aveva diversi precedenti.
Una morte è sempre una brutta notizia, certo.
Ma in questo caso, devo dire che non sono troppo dispiaciuto.
(Matteo Salvini, Facebook, 20 luglio 2015)
Matteo Salvini è diventato il guru italiano del ventunesimo secolo: qualunque cosa accada lui c’è sempre, e dice sempre cosa ne pensa. Certo, lo fa tutelato dal diritto alla libera espressione, ma a tutto c’è un limite. Se – apriti Cielo – nessun giornalista lo interpella, il segretario della Lega si prende da sé l’onere (e i dubbi onori) di aprire le danze del cattivo gusto. In questo caso si parla dell’uomo che avrebbe ucciso un gioielliere a Roma. Ovviamente la presunzione d’innocenza è un optional a cui si può benissimo fare a meno. E anche se quest’uomo fosse davvero il rapinatore colpevole anche di omicidio, è giusto pontificare sulla sua morte? Non ne saremmo così sicuri: a parte il fatto che Matteo Salvini non c’entra assolutamente nulla con questa faccenda, utilizzare il suicidio del presunto rapinatore dopo neanche 24 ore di carcere per aizzare la folla dei cyberlettori è alquanto squallido. Bene, bravo, bis!
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