Staminali: punto di partenza per sconfiggere il diabete?
In questo nuovo mondo fatto di liti, guerre e lotte politiche, la scienza rimane uno degli ultimi baluardi per il futuro. Le innovazioni non hanno colore politico e soprattutto procedono a passo spedito anche di fronte alle avversità.
Tra le scoperte dell’ultima frontiera vi è il nuovo percorso per la rigenerazione dell’insulina che potrebbe portare alla definitiva cura del diabete.
Alcuni ricercatori della Monash University, infatti, hanno progettato un modo per poter generare l’insulina all’interno delle cellule staminali del pancreas. Questa scoperta ha contribuito ad abbattere numerose barriere e potrebbe portare alla risoluzione del diabete 1 e 2.
Il metodo prevede il trapianto di cellule staminali «trasformate» in modo da poter produrre insulina nel pancreas.
Cellule staminali modificate come punto di partenza
I ricercatori sono riusciti a riattivare alcune cellule staminali per fargli produrre insulina dopo aver prelevato queste cellule da un pancreas malato. La paziente che ha acconsentito a cedere le proprie cellule pancreatiche è stata una ragazza di appena 13 anni con diabete di tipo 1 e insulino-dipendente deceduta.
Per ora questo sistema sembra essere soltanto una prima idea su come trattare il diabete di tipo 1, ma potrebbe essere un punto di partenza per il futuro.
Secondo i ricercatori, infatti, tra un po’ di anni potrebbe essere possibile utilizzare queste cellule modificate per produrre insulina e magari potrebbe essere possibile sostituirle a quelle malate.
Anche se potrebbe non sembrare, questa ricerca porta grande speranza, giacché potrebbe aiutare innumerevoli pazienti e potrebbe portare all’eliminazione delle iniezioni d’insulina e all’eliminazione dei trapianti di pancreas obbligatori.
La ricerca non si ferma alle cellule staminali
Ovviamente questo è solo il primo passo di tanti upgrade che il futuro aspetta e secondo anche il ricercatore Keith Al-Hasani, uno degli autori dello studio, saranno necessari diversi step per far si che la terapia in esame possa essere applicata all’uomo. Un primo sviluppo necessario è legato alla necessità d’isolare e poi espandere queste cellule e potrebbe impegnare i ricercatori per diversi anni.
Una proteina per aiutare la ricerca
Un altro tassello per la cura del diabete arriva anche dall’Università di Ginevra, che da anni lavora su una proteina miracolosa che potrebbe contribuire a migliorare il metabolismo in caso vi sia una carenza di insulina.
Questa proteina innovativa si chiama S100A9 ed è in grado di regolare la glicemia, i lipidi e i chetoni senza avere però gli effetti collaterali dell’insulina.
Questa proteina agendo nel fegato è in grado di attivare un recettore chiamatoTLR4 che si trova sulla membrana di alcune cellule e potrebbe essere inserita tramite solamente iniezione semplice.
L’idea è quella si fornire ai pazienti diabetici in carenza d’insulina una somministrazione aggiuntiva di questa proteina al fine di migliorare questo «meccanismo regolatore».
Questo assieme alla scoperta della rigenerazione delle cellule staminali potrebbe essere un ulteriore tassello che potrebbe completare il puzzle della cura contro il diabete.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.