La storia: Val Liona, dove un voto può fare la differenza
Val Liona, comune nato pochi mesi fa dalla fusione di Grancona e San Germano dei Berici, ha eletto il suo primo sindaco domenica scorsa, dopo quasi quattro mesi di commissario prefettizio. Due le liste che si sono presentate, entrambe civiche: «Siamo Val Liona» candidava come sindaco Antonio Lazzari, mentre «Progetto Val Liona» Maurizio Fipponi. Fin qui nulla di strano: il comune in provincia di Vicenza, 2521 elettori, si preparava a votare il primo sindaco.
Una buona affluenza (78%) ha però causato un paradosso: Maurizio Fipponi è stato eletto primo cittadino con il 50,02%, e questo significa che ha ottenuto un solo voto in più dell’avversario Lazzari, a fronte di 15 schede bianche e 21 nulle.
Val Liona spezzata in due parti identiche per l’elezione del sindaco: 961 elettori a favore di «Progetto Val Liona» contro 960 sostenitori di «Siamo Val Liona». Un primo turno che è stato, di fatto, una sorta di ballottaggio e che ha sancito la vittoria di misura di un candidato. E poi c’è chi dice che un voto non può fare la differenza: non ditelo ad Antonio Lazzari perché potrebbe reagire male, tant’è che in un comunicato su Facebook rivolto ai suoi elettori ha promesso «per la serenità di tutti, la verifica dei voti dell’11 giugno». La lista e il candidato vincitori non hanno invece fatto menzione sui social network del voto di scarto che gli ha consegnato la città.
Per un punto Martin perse la capa, dicono le carte da briscola trevigiane, ma ora nel Vicentino si potrà dire in modo diverso lo stesso concetto: per un voto Lazzari perse il Comune.
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