Sarà la tecnologia a distruggere il mondo?
Uno degli argomenti più ricorrenti e importanti del 2015 è stata la situazione della nostra casa, la Terra. Il nostro pianeta è talmente a rischio che queste preoccupazioni si sono protratte anche nel nuovo anno, e sembra che continueranno ad essere materia di discussione anche per i mesi a venire. L’ultimo studioso che ha dato il suo parere su questo tema è il fisico Stephen Hawking in un’intervista tenutasi durante l’annuale appuntamento della BBC «The Reith Lectures».
L’astrofisico britannico, prima di spiegare le sue innovative scoperte riguardanti la risoluzione del paradosso dei buchi neri – che sembrerebbero mantenere le informazioni di tutto quello che li attraversa senza distruggere la materia che entra, come invece si era sempre creduto –, ha esternato le sue preoccupazioni sul futuro dell’uomo. Secondo Hawking viviamo in un secolo pericoloso dove sia il riscaldamento globale che il progresso tecnologico potrebbero sancire la nostra condanna e la fine del pianeta Terra. Il professore sostiene che l’avanzamento nella ricerca non sarà sempre una cosa positiva, e che invenzioni come virus geneticamente modificati, armi nucleari o intelligenza artificiale porteranno quasi sicuramente ad un disastro che costerà la vita al nostro pianeta nei prossimi mille o diecimila anni.
Ma come è possibile che tutto ciò avvenga? Di chi sarà la colpa? Come è possibile che un genio delle teorie innovative come Hawking sia contrario al progresso della scienza?
Il fisico non dà la colpa dell’estinzione della vita sulla Terra alle invenzioni in sé, ma a colui che le creerà, sostenendo che se non si è in grado di gestire i nuovi prodotti del progresso e di capire quale limite non deve essere oltrepassato, sarà l’umanità a condannare se stessa.
Tuttavia tra mille anni o più gli scienziati dovrebbero aver colonizzato altri pianeti nello spazio, in modo che la razza umana sia in grado di salvarsi nonostante un possibile disastro. Tale soluzione però non potrà essere comunque risolutiva, perché, secondo Hawking, l’uomo non riuscirà mai a colonizzare luoghi sufficienti a portare in salvo tutti prima dei prossimi cento anni, ed è per questo che secondo il fisico dovremmo preoccuparci durante questo secolo di tutelare noi stessi e di procedere nell’innovazione con coscienza.
Del resto Hawking non è certo il primo scienziato di grande spessore che avverte la collettività sull’uso sconsiderato e incosciente del progresso scientifico. Infatti uno di essi è stato il grande Albert Einstein che, durante la sua vita, si è sempre battuto per la pace e si è sempre dichiarato contro l’uso militare del nucleare, auspicando per il bene dell’umanità che tale scoperta non venisse usata dalle grandi nazioni come arma distruttiva. Tale lotta intrapresa dal noto fisico è chiaramente sottolineata nel «testamento spirituale» che egli lasciò al filosofo Bertrand Russell: «Ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale».
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.