Terapia del dolore: una illustre sconosciuta
Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto…
Sono i riferimenti storici cui, nelle conferenze tenutesi a Firenze e a Roma alla presenza di papa Francesco, il dottor Biagio Galizia, Responsabile Unità Terapia Antalgica e Cure Palliative all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli), fa riferimento per esporre l’importanza delle cure palliative.
Il medico afferma che le parole sopracitate sono, sin dall’antichità, l’obiettivo principale dei medici. Pur mutando nell’aspetto e nella forma il giuramento racchiuso in questa frase riflette l’impegno del medico a perseguire la difesa della vita e la tutela della salute fisica e morale dell’uomo senonché al sollievo della sofferenza, da sempre ambito rilevante nel mondo della medicina che pone sempre più attenzione all’argomento. L’attenzione sul tema medicina del dolore arriva all’apice con la promulgazione di una legge, la n. 38 del 15 marzo 2010, la quale tutela il diritto del cittadino ad accedere alla cura palliativa e alla terapia del dolore. una percentuale molto alta della popolazione non è conoscenza di questa legge né tanto meno dell’esistenza di centri di terapia del dolore. Ogni giorno in Italia si scoprono quasi 1000 nuovi casi di cancro. Solo in Campania l’incidenza dei tumori è 735 casi ogni 100000 abitanti all’anno. Nel territorio dell’ex Asl Napoli 5 il numero dei deceduti per patologia neoplastica ogni anno è di circa 2550.
Il dolore e la sofferenza non solo sono questioni di carattere sanitario e politico dato che da sempre il mondo spirituale si interroga sul significato di questi due elementi che segnano la vita di ogni persona. E, se nel passato il dolore era considerata prova alla quale gli individui erano sottoposti per espiare i propri peccati, ora anche la Chiesa ha cambiato opinione. Ne sono una testimonianza le parole pronunciate da papa Francesco nel discorso promulgato in Bolivia, nel quale si condanna l’atteggiamento di chi reputa il dolore naturale e di chi minimizza la sofferenza altrui non facendosene carico. Oggi la comunità scientifica vuole ribadire con forza il proprio impegno, la propria missione, il proprio credo nella lotta contro il dolore inutile.
Dobbiamo condividere e promuovere il sapere e le conoscenze sulla cura del dolore.
È questo ciò che anche noi de La voce che stecca stiamo cercando di fare seguendo l’esempio di Biagio Galizia che ringraziamo per la sua disponibilità e per averci fatto capire l’importanza della lotta che lui e molti altri stanno combattendo.