Il terremoto ha messo in ginocchio l’arte e la cultura
La scossa che ha sconvolto il centro Italia domenica mattina è la più forte mai registrata dal 1980.
Alla prima forte scossa, è seguito un intenso sciame di una cinquantina di assestamenti superiori ai 3 gradi Richter. Nonostante ciò, quasi per miracolo, nessun morto e soli nove feriti, soprattutto a Norcia e a Cascia. È proprio in questi due piccoli borghi medievali del perugino che il sisma ha avuto il suo epicentro.
La proporzione dei danni è più che mai preoccupante: si vocifera di 40mila sfollati, ma se ne temono 100mila. Norcia è diventato un paese fantasma, isolato, accessibile solo alle squadre di soccorso. Il centro storico, infatti, è ridotto a un cumulo di macerie. Anche le mura che circondano la città sono state pesantemente colpite, aggravando crepe e crolli causati dalle precedenti scosse. Le condizioni edilizie del palazzo del Municipio e del museo della Castellina sono critiche, mentre la cinquecentesca cattedrale di Santa Maria Argentea (riedificata in stile neoclassico – XVIII sec. – proprio a causa di un terremoto) è quasi completamente rasa al suolo. Quella che, tristemente, è diventata simbolo del sisma del 30 ottobre è la Basilica di San Benedetto, proprio nel cuore della piccola Norcia. Del meraviglioso edificio, risalente addirittura al XII secolo, è rimasta in piedi solo la facciata a capanna, su cui si staglia il rosone gravemente lesionato. Seriamente colpiti dal sisma sono stati anche altri centri abitati tra le province marchigiane di Macerata e Ascoli Piceno, e quella umbra di Terni.
«È come se fosse venuta giù la città», afferma Giuseppina Perla, assessore comunale di Norcia. La basilica di San Benedetto, oltre a rappresentare un gioiello del patrimonio culturale italiano ed essere dedicata al Patrono d’Europa, fondatore del più importante ordine monastico al mondo, era un vero e proprio simbolo per la piccola comunità nursina. Numerosi abitanti, non solo religiosi ma anche laici, si sono raccolti in preghiera, inginocchiati dinnanzi a ciò che resta della Basilica. Tutti s’interrogano, ognuno a suo modo, sul perché la violenza del terremoto si accanisca senza sosta sulle loro terre, sulle loro case, sulle loro vite.
Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini non si è ancora pronunciato in merito ai danni al patrimonio, ma la stima riportata da La Repubblica è a dir poco sconfortante: circa 5000 edifici di rilevanza artistica sono stati colpiti dal terremoto dalla prima forte scossa che ha interessato il centro Italia il 24 agosto. La preoccupazione per i nostri beni culturali continua ad aumentare giorno dopo giorno, scossa dopo scossa, facendo temere per capolavori d’inestimabile valore come la cupola borrominiana di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, posta sotto costante monitoraggio a causa di approfondite lesioni. È ormai evidente la necessità di repentini interventi di prevenzione, per evitare che passato e presente dei nostri fratelli umbri e marchigiani si trasformino in macerie, e per assicurare loro il futuro sereno che meritano.
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.
E’ molto importante ciò che dice la giornalista nel suo articolo, interventi subito efficaci ed efficienti, come fu nel terremoto del Friuli dove in 2 anni più dell’80% venne ricostruito, dalle fabbriche, le cittadine rase al suolo e come esempio l’antico e bellissimo castello di Gemona! Spero che questa amministrazione abbia la stessa rapida capacità sia per le popolazioni sia per i beni artistici e colturali. L’Italia è lo Stato con più siti “patrimonio dell’umanità” così definiti dall UNESCO!