Tipi da autobus: 5 tipologie troppo frequenti
Sarà capitato anche a voi, cari amici, di prendere un autobus. Magari non all’ora di punta così da potervi guardare intorno e studiare la fauna umana che vi circonda. Noi ci abbiamo provato ed ecco il risultato di questo studio scientifico degno di Charles Darwin.
1. L’anziana molesta. A seconda che sia seduta in testa all’autobus oppure in mezzo o in coda, l’anziana molesterà l’autista o quei poveretti che sono seduti al suo fianco. Non importa che sia scritto in grande «Non parlare al conducente»: l’importuna signora gli racconterà di tutti i suoi viaggi in città, iniziando da quando, ragazzina, sgusciava in bicicletta fra le carrozze. Se invece lo sfortunato interlocutore ha almeno 50 anni in meno di lei, ecco la filippica sulle «nuove generazioni senza valori». Finito il primo argomento obbligatorio, se non siete ancora scesi (magari immolandovi fuori dal finestrino), l’anziana molesta seguiterà con quelli a scelta: immigrazione, politica, salute (sua e dei suoi parenti) e così via.
2. Il fattone. Lo si riconosce subito dai jeans di tre taglie più grandi o più piccole (a seconda della sfumatura di fattone a cui appartiene), le scarpe volutamente allargate e il cappello o il berretto, incurante del clima esterno. Ebbene sì, è facile incontrare «fattoni» vestiti con felpa, berretto e scarpe pesanti in pieno luglio con 40 gradi all’ombra. Questo genere di passeggeri vi imporrà la sua musica ascoltandola con delle cuffie da Cocoricò a un volume indecente, tanto da permettere anche a chi scende dall’autobus di continuare a tenere il ritmo. Non sia mai che il fattone fumi: in questo caso avrà la sua busta di tabacco e inizierà a rollarsi una sigaretta prima di scendere: guardatevi le gambe perché metà di quel tabacco finirà addosso a voi.
3. Il geriatrico frettoloso. Quando vi avvicinate all’uscita per scendere, guardatevi alle spalle: nel lasso di tempo che vi separa dalla fermata dell’autobus potrebbe apparire alle vostre spalle una signora o un signore avanti con gli anni che, vedendovi in attesa davanti all’uscita, non potrà trattenersi dal dire «Permesso, devo scendere». Curiosa categoria la cui logica segue dei particolari schemi: è risaputo che molte persone abbandonano il proprio posto a sedere per sgranchirsi le gambe davanti alla porta di uscita, senza però voler scendere. Evidentemente queste persone, quasi sempre anziane, hanno molta fretta e può essere determinante quel secondo che dovrebbero aspettare se rimanessero dietro di voi.
4. La famiglia ingombrante. Si sa, molte volte i sedili degli autobus non sono molto spaziosi, tuttavia – soprattutto per brevi tragitti – è sufficiente stringersi un po’ per non infastidire nessuno. Elementare buonsenso? Evidentemente non per tutti: è pratica diffusa, soprattutto dalle mamme con bambino molto piccolo, sedersi pesantemente, scagliando la borsa addosso al malcapitato che si trova accanto, e tenere il piccolo in braccio. Tale bambino prenderà inevitabilmente in antipatia o in simpatia la persona seduta vicino e, in ogni caso, inizierà a tormentarlo con la mamma che ride senza fare nulla per impedire questo supplizio.
5. I bambini molesti. È frequente trovare delle famiglie numerose sugli autobus, soprattutto con figli molto piccoli. Questi inizieranno a correre sbraitando per il veicolo, colpendo gli altri passeggeri e i loro effetti personali. I genitori di solito urlano loro di smetterla e, ignorati, sorridono perché non hanno voglia di alzarsi e prenderli per paura di perdere il posto a sedere.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
Caro direttore, trovo il suo pezzo leggermente geriantofobo e me ne dispiaccio: gli anziani e i malati sono le uniche categorie da rispettare comunque, soprattutto in viaggio, perché più indifese. Mancano nel suo elenco i ragazzotti cazzoni, incuranti degli altri, e anche certi adulti intolleranti che evidentemente sono abituati a usare l’auto e mal sopportano il genere umano. Cordialità.