Sicilia: il M5S trionfa sulle ceneri dello Stato
Ieri i grillini hanno parzialmente risolto i problemi di mobilità fra Palermo e Catania: dopo il crollo dell’A19 a marzo: fino all’inaugurazione di questa deviazione chiamata «Via dell’onestà», l’unico modo per muoversi fra le due città più grandi della Sicilia era arrampicarsi sulle Madonie. I 14 pentastellati presenti nell’Assemblea regionale tagliandosi gli stipendi sono riusciti a raccogliere i 360mila euro necessari per rendere facilmente percorribile (seppur a senso alternato) questa vecchia trazzera. Bene, bravi, bis.
Il problema però è grande e l’hanno sollevato i 5 stelle stessi: «Ci siamo sostituiti allo Stato», ha detto uno di loro. Il fatto che un gruppo di cittadini (che siano «eletti» è importante ma fino a un certo punto) facciano le veci dello Stato per la costruzione di una strada è una pesantissima delegittimazione del potere pubblico: in teoria l’amministrazione – in caso di necessità – dovrebbe poter scavalcare dei «passaggi» obbligatori per i privati. In questo caso invece si ha la situazione opposta: dopo 4 mesi dal crollo dell’autostrada, i lavori sono ancora in altissimo mare; un gruppo di cittadini però ha raccolto i soldi necessari per mettere una toppa al problema della viabilità e nel giro di poche settimane ha fatto tutto. Che figura ci fa lo Stato, e soprattutto il governo? Davanti a una delegittimazione di tale portata, l’unica cosa da fare sarebbe dimettersi e poi andare ad abitare su un’isola deserta. E invece no: l’assessore siciliano alle Infrastrutture Giovanni Pizzo ha commentato «La trazzera è per i trattori, non per le macchine. Per me è molto pericolosa, il primo automobilista che avrà un incidente serio non chiederà i danni ai grillini, ma al comune di Caltavuturo». Può anche essere, ma ci spieghi anche a chi bisogna chiedere i danni per tutto il tempo perso a vagare per una deviazione che scala le Madonie.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia