Troveremo un’altra Terra su cui vivere?
La speranza che vi sia vita in un altro pianeta, o addirittura che un altro pianeta possa avere caratteristiche simili a quelle terrestri sembra talmente remota da sembrare fantascientifica.
Secondo Hawking non vi è altra soluzione per la sopravvivenza dell’umanità se non quella di trovare al più presto un altro pianeta in cui vivere, dato che la Terra ormai presto o tardi sarà destinata ad esaurire tutte le risorse che la vita le ha donato a causa del riscaldamento globale.
Infatti, lo scienziato auspicava il 21 giugno 2017 la costruzione di una base lunare entro i prossimi 30 anni e la programmazione di una missione su Marte entro il 2025.
Se sia davvero possibile una missione su Marte nel prossimo futuro, ciò non ci è dato sapere, tuttavia quello che sicuramente emerge è che la ricerca non si ferma.
Il 25 luglio, durante una conferenza tenutasi all’Asi, è emersa l’ultima sensazionale scoperta degli scienziati italiani, che avrebbero riscontrato l’esistenza di acqua liquida su Marte.
La presenza dei uno dei 4 elementi preziosi per la vita è stato rilevato nella regione del Planum Australe, dove sotto una spessa calotta di ghiaccio, si trova situato un lago di 20 Km e con una profondità pari a 1.5 Km.
Dalla scoperta, pubblicata sulla rivista Science, si evince che l’enorme massa d’acqua è probabilmente di matrice salata, dato che è possibile siano proprio questi sali, a base di magnesio, calcio e sodio, che riescono a mantenere liquida l’acqua. Ciò è dovuto al fatto che quando un sale si presenta disciolto in un liquido come l’acqua, esso è in grado di interagire a livello molecolare facendo abbassare il punto di congelamento del fluido.
Inoltre, l’aspetto più sensazionale del nuovo lago scoperto dagli scienziati è che l’acqua presa in considerazione ha un profilo simile ai laghi terrestri, dato che il radar ha tracciato delle misurazioni quasi identiche e che non lasciano spazio ad equivoci.
La scoperta è stata portata a termine dal radar italiano Marsis, che assieme alla sonda europea scandaglia il pianeta in modo continuo da 10 anni, dando conferma di un sospetto teorico che aleggia tra gli scienziati già nel 1976, quando in seguito ai dati riportati dalle sonde Viking della Nasa erano stata ipotizzata la presenza di acqua nel pianeta rosso.
Infatti, Marte è un pianeta che originariamente avrebbe dovuto somigliare molto alla Terra, compresa la presenza di mari, fiumi e laghi, ma la sua vicinanza al Sole l’acqua è evaporata in favore di un paesaggio totalmente desertico.
Tra i prossimi programmi vi è quello di inviare un robot sul pianeta rosso, in quella che viene chiamata missione di leadership italiana RxoMars 2020, che avrebbe il compito di setacciare il pianeta con un trapano che raggiunge le profondità di 2 metri sotto terra, al fine di riuscire a ricercare la vita che forse, nel caos del deserto rosso, potrebbe essersi rifugiata nel sottosuolo.
Anche in questo caso, come nel progetto della fusione nucleare, vi è un grande contributo italiano e un conglomerato di menti che si auspica possa portare a scoperte sempre più sensazionali.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.