Trump VS Biden: il primo dibattito termina senza un vincitore
La corsa verso le presidenziali negli Stati Uniti è ufficialmente iniziata. Nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 settembre, ora italiana, ha avuto luogo il tanto atteso dibattito tra i due candidati alla presidenza Donald Trump e Joe Biden. A mediare l’incontro, uno scontro aperto caratterizzato fin dalle prime battute da continue interruzioni e frecciatine, è stato il giornalista di Fox News Chris Wallace. Il dibattito ha assunto toni accesi già dopo i convenevoli, la cui durata non ha peraltro superato i cinque minuti, e per la restante ora e mezza il caos ha regnato sovrano. Tra un Trump dalla parlantina irrefrenabile e dedito a continue interruzioni al suo sfidante e un Biden troppo impegnato a tenere a bada la propria balbuzie per dare delle risposte decise e convincenti, il primo dibattito di queste elezioni si è concluso senza vincitore e, se possibile, lasciando gli elettori ancora più confusi.
Diversi sono stati gli argomenti trattati dall’intervistatore Chris Wallace: dalla nomina, sostenuta da Trump, di Amy Coney Barrett a giudice della Corte Suprema, si è passati presto a discutere di riforma sanitaria, pandemia e economia, considerati i temi caldi dell’ultimo periodo. Come c’era da aspettarsi, le posizioni sostenute dai due candidati sono state diametralmente opposte. A mantenere alta l’attenzione degli ascoltatori in questa prima fase ci ha pensato dunque il presidente in carica che ha dichiarato, a sorpresa e per essere smentito poco dopo, che un vaccino per il covid-19 sarebbe stato distribuito entro poche settimane.
Quella sul vaccino è solo una delle tante affermazioni di Trump smentite dal fact check dei giornalisti dell’Associated Press e della CNN all’indomani del dibattito. In riferimento alla riforma sanitaria, ad esempio, Trump ha promesso di mantenere invariate per i pazienti con condizioni patologiche pre-esistenti le protezioni disposte dall’Obamacare nel 2010. Tuttavia, nella realtà dei fatti, dal 2016 ad oggi, l’amministrazione Trump è stata firmataria di proposte di legge che hanno contribuito a indebolire proprio questo tipo di protezioni. Ad essere smentita è stata anche l’affermazione di Trump secondo la quale il presidente avrebbe pagato milioni di dollari in tasse sul reddito tra gli anni 2016 e 2017, una cifra però molto distante dai 750 dollari che risulterebbero invece essere stati effettivamente pagati da Trump secondo la testata giornalistica The New Yorker.
In chiusura l’attenzione è stata portata sul clima di violenza diffusosi nel Paese in seguito ad azioni di gruppi di estrema destra e sul tanto dibattuto voto via posta. Sul problema delle violenze razziste il presidente non ha dichiarato nulla di nuovo rispetto alla sua solita retorica arrivando anzi a definire «pessime idee che insegnano alle persone ad odiare il nostro Paese» i corsi di formazione contro il razzismo che erano riservati ai dipendenti pubblici e che sono stati sospesi dalla sua amministrazione. Una scelta opinabile e tutt’altro che giustificabile considerato il permanere di istituzioni e manifestazioni razziste all’interno del Paese.
A far storcere il naso non sono state però solo le affermazioni di Trump, a cui ormai si può dire di essere tristemente abituati. Fatta eccezione per qualche frase ad effetto, Joe Biden si è dimostrato per buona parte del dibattito sottotono e fin troppo moderato anche per i suoi standard, dissociandosi dalle idee più radicali del suo partito più volte nel corso del dibattito. Se c’è però un merito comunicativo che va riconosciuto a Biden, oltre a quello di aver zittito Trump con una frase che molti avranno pensato in questi quattro anni («Will you shut up, man?»), è quello di aver saputo ovviare ai continui attacchi dell’avversario con ripetuti appelli, pronunciati con lo sguardo in camera, al buon senso e all’intelligenza dei cittadini americani. Come a voler dire: «Vi meritate molto di più di questo buffone».
Studentessa universitaria di Sociologia e aspirante giornalista.
Mi cimento in articoli di attualità e cultura con un occhio di riguardo per le questioni sociali.