Tutto Vauro: la storia secondo la satira
Tutto Vauro. Sessanta mi dà tanto
Vauro Senesi
Piemme – 2015 – 24,90 euro
Il Male, Satyricon, Cuore, Smemoranda, il Manifesto, Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano. Sono questi alcuni dei giornali che hanno pubblicato i disegni del vignettista pistoiese che con questo monumentale volume di quasi 600 pagine (e più di 1300 vignette) festeggia i propri 60 anni di vita e 39 di satira. Tagliente e senza padrone, Vauro ha dimostrato di essere anche un buon reporter: da inviato di guerra ha raccontato la Palestina, la Sierra Leone, il Sudan e molti altri «fronti caldi». L’antologia proposta da Piemme, suddivisa per tematiche e «bersagli», ci permette di scorrere lungo tutta la carriera del vignettista: troviamo Monti, Berlusconi, Grillo, Renzi, Bersani, Napolitano e tutti i protagonisti della cronaca politica degli ultimi anni, oltre allo stesso Vauro che molto spesso è presente nelle vignette. Una sorta di storia d’Italia nel nome della satira che, spiega l’Autore introducendo la sezione «Si può ridere con Dio?», «è gioiosa blasfemia. Contro tutti i dogmi, le certezze, contro tutti i feticci che non vogliono essere messi in discussione» e se la satira si dà dei limiti «è solo il piacere di superarli continuamente. Non è roba da crociati, piuttosto da allegri e blasfemi disertori». Infatti anche la religione e soprattutto i pontefici sono presenti in questo volume: «8 marzo: Wojtyla scrive una lettera a tutte le donne», e si vede l’allora papa Giovanni Paolo II correggere un graffito trasformando la «festa della donna» in festa della «ma-donna» (il Manifesto, marzo ‘85); oppure: «Approvati i test per i
controlli antialcolici sulle strade» ed ecco Wojtyla gonfiare un profilattico soffiandoci dentro (il Manifesto, marzo ‘90). Se la satira non deve (solo) far ridere, ma anche e soprattutto scuotere e portare a una riflessione, Tutto Vauro ci permette di guardare con occhi diversi gli ultimi trent’anni di storia italiana, al di là di tutti i santi veri o presunti che abbiamo messo nell’olimpo della politica: si è liberi di ridere di chiunque, di sbeffeggiare religione, laici santoni e guru del nulla. Questo Vauro lo sa bene, e prova a insegnarcelo.
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