Un esopianeta simile alla Terra si trova a 3000 anni luce da noi
Ad oggi sono 4.164 gli esopianeti accertati e altri 5.220 quelli in attesa di conferma. Tra questi ultimi, ce n’è uno che potrebbe essere molto simile alla Terra e che sembra ruotare attorno a una stella che ricorda da vicino il Sole: una coppia che forma, forse, un sistema planetario davvero molto simile al nostro.
A questa ipotesi è giunto un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Solar System Research (Germania), dell’Università della California (Santa Cruz) e della NASA. Il team ha sottoposto a nuova analisi i dati raccolti negli scorsi anni dal telescopio spaziale Kepler, che aveva a lungo osservato la stella Kepler-160. La nuova indagine farebbe pensare che attorno alla stella possa esistere un esopianeta che non era mai stato rilevato, che è stato chiamato KOI_456.04. Il pianeta sembra essere una super Terra, ossia un corpo celeste roccioso più grande del nostro, la cui distanza dalla propria stella è tale da permettere la presenza di acqua liquida e quindi, in ultima analisi, la vita.
Questa notizia è molto diversa dalle tante che raccontano della scoperta di nuovi pianeti perché Kepler-160 è una stella molto simile alla nostra, con una temperatura superficiale che è di soli 300 °C inferiore a quella del sole. Situata a 3000 anni luce da noi, fino ad oggi si sapeva che la stella ha due pianeti, chiamati rispettivamente Kepler-160b e Kepler-160c, che però orbitano troppo vicino all’astro per poter ospitare la vita così come la conosciamo. La loro presenza è stata scoperta, come spesso accade, grazie al fatto che essi transitano tra la stella e la Terra, causando un calo di luminosità della stella stessa: al passaggio davanti alla stella producono una piccola riduzione di luminosità, molto piccola, ma che può essere misurata dai nostri strumenti. Anche il terzo pianeta è stato rilevato grazie a questo metodo, chiamato «metodo del transito»: l’analisi dei dati ha confermato che il tracciato delle variazioni di luminosità è differente da quello degli altri due pianeti. Il fatto che KOI_456.04 sia stato scoperto solo ora è dovuto alla messa a punto di nuovi algoritmi che sono stati in grado di misurare variazioni di luminosità estremamente deboli dell’astro, prima impossibili da rilevare e, che fanno appunto pensare all’esistenza di 3, se non addirittura 4 pianeti attorno alla stella. René Heller, tra glli autori della ricerca pubblicata su Astronomy and Astrophysics, spiega: «Se non avessimo messo a punto questo nuovo algoritmo sarebbe stato quasi impossibile rilevare il nuovo pianeta perché la variazione di luminosità si perde nel rumore di fondo».
Il nuovo esopianeta avrebbe un diametro di circa il doppio di quello terrestre e ruoterebbe attorno a Kepler-160 in 378 giorni, praticamente un anno, a una distanza compresa tra 130 e 200 milioni di chilometri, la Terra orbita a una distanza media di 150 milioni di chilometri dal Sole). Sono tutte caratteristiche che leggiamo come quelle tipiche di un mondo potenzialmente abitabile.
Al momento, tuttavia, la certezza dell’esistenza del terzo pianeta del sistema è dell’85% e per arrivare al 99% bisognerà attendere il nuovo telescopio spaziale della NASA, il James Webb il cui lancio, che era fissato per marzo 2021, è stato rimandato a causa della pandemia di COVID-19. Se il pianeta dovesse realmente esserci, allora è molto porbabile che ne esista un quarto, in quanto la sua orbita risulta come perturbata da un oggetto che potrebbe avere una massa compresa tra 1 e 100 volte quella della Terra e un periodo di rivoluzione attorno alla stella compreso tra 7 e 50 giorni. L’orbita del presunto quarto esopianeta non passa però tra la terra e la stella quindi l’oggetto risulta «invisibile». Non ci resta quindi che attendere, e sperare che la NASA riesca a lanciare il telescopio quanto prima.