Undici cose che non sai sul Coronavirus
1) Il famigerato caso della Diamond Princess, la nave da crociera bloccata per presenza di contagiati da CoronaVirus, fa pensare agli esperti ad una possibile diffusione aerea del Virus, infatti da 4 casi e con ogni passeggero in isolamento si è arrivati a 600 casi in poche settimane, cosa che non si spiegherebbe con una normale diffusione da contatto.
2) In Iran i cittadini in maggioranza non credono alla scienza, ma pensano che sia Dio a dover decidere se bloccare o no l’epidemia, di conseguenza le misure di prevenzione consigliate dalla comunità scientifica spesso non sono seguite dalla popolazione; inoltre, il Governo sembra aver nascosto la gravità dell’epidemia. Questi fattori combinati moltiplicano i rischi per il Medioriente.
3) Secondo una ricerca genetica condotta dal Politecnico di Zurigo «Eth» sotto la guida della biologa computazionale Tanja Stadler, l’epidemia di Coronavirus sarebbe cominciata in Cina, poi diventata epicentro dell’emergenza, almeno dalla metà dello scorso mese di novembre e non a gennaio come riportato dalle autorità cinesi.
4) È stato calcolato il numero medio di persone che un malato può contagiare «numero di riproduzione, scientificamente chiamato R0» che è risultato compreso tra 2 e 3,5, aumentando le stime precedenti, che ipotizzavano un numero compreso tra 2 e 2,5. Questo indica che la diffusione del Coronavirus è più veloce rispetto all’influenza stagionale, che ha invece un tasso di riproduzione in genere inferiore a 1,4.
5) A differenza di una normale influenza, questo virus può attaccare le vie respiratorie inferiori causando polmonite virale primaria, per la quale non ci sono farmaci; per fortuna capita in un numero ridotto di casi, anche se non trascurabili.
6) È probabile che il virus subirà uno stop con la stagione calda, esattamente come accade come con la normale influenza; infatti, i casi accertati sono molto ridotti in territori come Africa o Sud America e sembra particolarmente strana la non presenza del virus in India «molto vicina alla Cina». L’altra ipotesi è che i controlli in queste aree siano particolarmente carenti e per questo non rileviamo ad ora focolai locali.
7) Il famoso studio che rivela che il virus rimane sulle superfici per 9 giorni è il risultato di una ricerca effettuata su un altro tipo di CoronaVirus e non su quello attuale. È quindi possibile che rimanga 9 giorni sulle superfici «per via della somiglianza dei due virus», ma non è ancora confermato.
8) I casi accertati in Italia stanno aumentando molto soprattutto perché ieri hanno aperto nuovi laboratori, oltre 10, per testare i tamponi. Ogni laboratorio testa 50 tamponi all’ora.
9) Germania, Francia ed Usa in questi giorni hanno rilevato casi sui loro territori che non sono riconducibili a zone di contagio, questo fa pensare ad una possibile situazione simile a quella Italiana, situazione che si amplierà nei prossimi giorni. Rappresentanti di Francia e Germania hanno già dichiarato che si stanno preparando ad un’epidemia che ormai sembra certa.
10) La pericolosità del virus è dovuta non tanto alla pericolosità in sé per gli individui, (come sappiamo la mortalità è piuttosto bassa), ma alle molte ospedalizzazioni e alla possibilità che molti individui assieme si contagino in un arco di tempo ristretto, mandando in tilt i sistemi sanitari nazionali anche più forti e quindi aumentando la mortalità. Il caso di Wuhan è esemplare, se nel resto della Cina, dove la sanità ha retto, i casi mortali sono circa lo 0,7% a Wuhan la mortalità si aggira attorno al 4%.
11) Il Virus muta nel tempo. La cosa positiva è che nella maggioranza dei casi diventa meno pericoloso, nella minoranza dei casi però potrebbe farsi più aggressivo.
Sono Emanuele, classe ’95, studente di Filosofia, appassionato lettore sia di libri che di articoli di giornale trattanti attualità e politica.