Venezia spopolata: un corteo contro l’esodo lagunare
I dati dell’ultimo censimento parlano chiaro: gli abitanti di Venezia scendono sotto i 55mila. Questi numeri non fanno altro che confermare e aggravare il drastico calo che ha interessato la popolazione del capoluogo veneto negli ultimi decenni.
Contro il «Venexodus», così ribattezzato l’«esodo» dei veneziani, sabato 12 novembre l’associazione «Venessia.com» ha organizzato un corteo di protesta, al quale hanno aderito diversi comitati cittadini, alcuni membri del consiglio comunale e tutta la giunta Brugnaro. Proprio quest’ultimo, però, è mancato all’appello, suscitando non poche reazioni contrariate e slogan quali «Tutti a Mogliano», città in cui il sindaco risiede, che hanno accompagnato la manifestazione da San Bartolomio a Ca’ Farsetti. Sul ponte di Rialto, nei pressi di Ca’ Farsetti e quindi del termine della protesta, è stato appeso uno striscione recante l’hashtag #VENEXODUS.
I partecipanti al corteo hanno sfilato con le valigie, pronti a partire verso la «terraferma», cioè Mestre, Marghera, Spinea, Mogliano e Campalto, cittadine dell’hinterland che stanno accogliendo la maggior parte dei veneziani esodati. A capo dei manifestanti stava il doge, che a Ca’ Farsetti è salito in gondola quasi a voler abbandonare Venezia e lasciarla in mano ai turisti. Una «provocazione ironica», come l’ha definita Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com. L’intento, però, era tutt’altro che ironico: le associazioni dei cittadini richiederanno con fermezza all’amministrazione comunale che vengano adottate delle politiche ben precise contro lo spopolamento del capoluogo lagunare. La proposta di Secchi è quella di agire sul mercato privato, obbligando chi affitta un immobile a turisti a pagare «molte più tasse» di chi, invece, affitta ai veneziani: «un minimo di paletti ci vogliono», come ha affermato lui stesso in un’intervista per La Nuova di Venezia. Lo scopo di tale rimostranza, alla quale hanno preso parte più di cinquecento persone, era, quindi, di comunicare al sindaco e all’amministrazione comunale l’insofferenza dei cittadini veneziani verso una situazione che sta lentamente degenerando, lasciando la città lagunare in balia dei turisti e sempre più disabitata. Secchi comunque ha constatato con entusiasmo che i veneziani volenterosi di difendere la propria città sono – fortunatamente – ancora molto numerosi.
Il vicesindaco Luciana Colle si è dichiarata favorevole al corteo di protesta, affermando la volontà dell’amministrazione di «far rimanere a Venezia tutto quello che è gioventù». Quello su cui innanzitutto è necessario puntare, secondo la Colle, è il lavoro: la giunta s’impegnerà a fare una maggior pressione a livello regionale e nazionale pur di arginare il problema.
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.