È vicino a me, lo amo e lo amerò
Tra un battito e l’altro io ci nascondo petali di rosa.
Bastò quello sguardo per avvelenarmi lentamente.
Come quando, sconosciuta, posai le mie labbra con delicatezza sulla tua guancia mentre venivi cullato dalle braccia di Morfeo.
Qualcosa di mosse. Qualcosa di fluido. Come una mano densa d’inchiostro risalire dalle viscere e avvolgermi il cuore. La mente.
Una scarica elettrica all’anima pigra.
Qualcosa di diverso. Qualcosa per cui ne valeva la pena.
Guardai quella creatura nella sua interezza e complessità.
Era un uomo.
Un uomo, guardava me.
Una calamita più potente della gravità mi attirava a lui senza bisbigliare.
Quegli occhi esotici, la pelle calda. Bollente. Olivastra. E il profumo di un cremoso frizzante, penetrante. Come una carezza di vaniglia e zenzero. Spezie. Le labbra più belle che si possano immaginare.
Io non ne avevo mai immaginate di così. Belle.
Morbide.
Vive. Così vive da darne anche a me, di vita.
Quei silenzi assordanti che ti rimbombano nella testa e ti fanno desiderare che una sola stupida parola ne spezzi la potenza che ti schiaccia il petto e ti annega i sensi.
Silenzi cremosi.
Quelle mani. Le strinsi forte, decisi di non lasciarle più.
Passo le dita tra i capelli morbidi e vorrei plasmare i suoi pensieri, toccare quell’amore che ancora faccio fatica a credere possibile.
Eppure lo è.
Perché dentro di me lo sento.
Quest’uomo. Mi guarda.
E io non posso che amarlo.
Donargli ogni giorno della mia vita. Ogni mia folle molecola.
Lo amo. Lo amerò.
Finché di fiato non ce ne sarà più.
Finché il silenzio non sarà solo vuoto silenzio.
(L’immagine è «Uomo e donna a letto» di Joy Hester)