Virginia Raggi, la vicenda: da Marra a Romeo, persone scomode

Un’altra, l’ennesima, batosta per la sindaca di Roma Virginia Raggi, che è risultata beneficiaria di una polizza sulla vita, approssimata in circa 30mila euro, contratta un anno fa – quindi prima che vincesse sia le amministrative sia le «comunarie» – da Salvatore Romeo, da lei 6 mesi dopo nominato capo della segreteria con uno stipendio inizialmente triplicato e poi lievemente ridotto grazie al parere dell’Autorità Anticorruzione.
La Procura di Roma è venuta a sapere dell’esistenza di questa polizza sulla vita durante le indagini sulle nomine in Campidoglio e ha comunicato la notizia a Virginia Raggi nell’interrogatorio-fiume di giovedì pomeriggio: più di 8 ore di domande in cui è stato chiesto conto alla sindaca della nomina al vertice del dipartimento Turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale del Comune, arrestato a metà dicembre. Sulla base di questo la Raggi è indagata per falso e abuso d’ufficio.
Ma nell’interrogatorio ha trovato spazio anche la questione della polizza contratta da Salvatore Romeo a favore della prima cittadina, la quale ha riferito ai pm di non saperne nulla: «Ho appreso della polizza solo stasera, sono sconvolta».
Le polizze poi sarebbero addirittura due: quella già citata e un’altra da tremila euro in scadenza nel 2019. Queste non costituirebbero però fatti di rilevanza penale perché non presuppongono la controfirma del beneficiario. Romeo, da quanto è risultato, faceva investimenti di questo tipo, scegliendo anche dei colleghi come beneficiari.
La «causale» delle polizze si riferisce a una presunta relazione personale fra la Raggi e Romeo. La sindaca, leggendo questo, si sarebbe messa a ridere. A questo si aggiunge che gli inquirenti definiscono «farlocche» o di pura fantasia anche altre causali utilizzate da Romeo nelle polizze da lui contratte.
La notizia ha infiammato i toni sia dentro che fuori il Movimento 5 Stelle: se, almeno fino a ieri pomeriggio, né Luigi Di Maio, né Alessandro Di Battista, né Roberto Fico hanno fatto dichiarazioni a riguardo, preferendo il silenzio anche sui social network, il deputato pentastellato Andrea Colletti, alle 19:58 di giovedì sera, ha scritto che «Su questo (Virginia Raggi, ndr) non dovrebbe riferire solo al Pm – qualora fosse vero – ma a tutti noi», riferendosi alla polizza sulla vita di Romeo, ma di fronte alla risposta della Raggi aggiusta il tiro: «Bene, le spiegazioni sono state date. Continuiamo ad andare avanti contro il sistema che si è mangiato Roma e l’Italia!».
Nel frattempo il Pd conia l’hashtag #PolizzaDiScambio e inizia a twittare sulla vicenda: «Su #Raggi e #Romeo e la loro #Polizzadiscambio niente da dire Di Maio e Di Battista? Beppe ha il telefono staccato? Ah già, è #omertàomertà» (Alessia Rotta, deputata); «#Raggi, #Romeo, #Marra, insomma per il #M5s il Campidoglio è un affare di famiglia #polizzadiscambio» (Stefano Esposito, senatore); «#DiMaio e #DiBattista passano il tempo a commentare fatti inesistenti e non hanno nulla da spiegare su #polizzadiscambio? Tutti #Raggirati??» (Stefano Vaccari, senatore). Un altro refrain è il parallelismo istituito fra la vicenda Raggi-Romeo e quella con protagonista Claudio Scajola, che si dimise nel 2010 da ministro dello Sviluppo Economico per una casa che gli era stata pagata «a sua insaputa».