La vita ci manda dei segnali, bisogna solo capire quale sia il loro messaggio
Non rimpiango le occasioni perse. Il rimpianto è un brutto sentimento, anche se la parola, con quel suo suono, mi affascina, lo ammetto.
Malinconia: questo sì che invece è un gran vocabolo. Nobile, intenso. Lo idealizzo come una dama ottocentesca, bellissima e delicata; dolce e irraggiungibile. Con un viso botticelliano perennemente velato di tristezza, con grossi occhi lucidi e tenere lentiggini.
Mi sono resa conto che vorrei farmi un altro tatuaggio, eppure ogni giorno, nonostante mi svegli con questa voglia febbrile, non lo faccio. So, però, che non continuerò così ancora per molto. Arriverà il giorno in cui non riuscirò più a resistere alla tentazione e andrò nello studio vicino a casa, a farmi affiorare sulla pelle un altro pezzetto della mia anima. Ovviamente non la rivelerò mai tutta, non avrei nemmeno abbastanza pelle a disposizione.
Questo mi dà la conferma del fatto che l’entità stessa dell’uomo non è quantificabile, non è condonabile concretamente nella realtà. Mi fa sorridere.
Un tatuaggio è arte che invecchia con te, perché sei proprio tu un’opera d’arte. Altro che moda.
All’asilo mi innamorai di un bimbo, era biondo cenere con gli occhi nocciola. Lo scelsi così, come si decide quale sarà il proprio colore preferito. Il mio è il rosso, lo decisi all’asilo. E poi scelsi lui, mi dissi che l’avrei amato per tutta la vita. Al tempo, non avevo la benché minima idea di quanto fosse enorme l’espressione «tutta la vita». Figuriamoci «amore».
Poi, dopo il terzo anno, anzi il secondo, non lo vidi più. Non ero nemmeno consapevole del fatto che fosse più grande di me, anche se di poco.
Non aveva rilevanza, allora. Non lo sapevo. E non lo incontrai più.
Poi lo rividi un po’ più grande, ormai bambina, e lui, me ne resi conto, anche se cresciuto, era sempre il mio preferito. Lui era il mio amore. Che poi sparì, e così anche il suo pensiero, fino a quando non lo rividi, a una corsa campestre delle scuole medie, dopo ben dieci anni.
Lo riconobbi subito. Fu una sensazione stranissima, ero diventata ancora bimba piccina, lui era il mio predestinato, il mio colore rosso. Avrei tanto voluto parlargli, ma che ne sapeva lui, di quello che avevo provato all’età di tre, quattro anni. Magari non si ricordava nemmeno di me.
Invece, ancora qualche anno dopo, scoprii con piacere che la risposta era affermativa. A 17 anni le cose sono diverse. Io ero diversa, e anche lui. Non eravamo più dei bambini, ma io lo riconobbi subito. E me ne innamorai di nuovo. Al tempo elemosinavo affetto come una lebbrosa affamata.
Non capivo se questo mio sentimento fosse spontaneo o scaturisse dalla mia fissazione.
Possibile che la mia mente fosse così ferrea da essere rimasta decisa su di lui anche dopo tutti quegli anni? No, non poteva essere. Si vede che quello era ciò che tanti chiamano destino. O casualità, se si preferisce. Si interessò a me e alimentò il mio interesse. Mi baciò una volta, mi strinse. Anche.
E poi sparì. Come tanti, in quel periodo. Me ne dimenticai in fretta, avevo già parecchie cicatrici.
Possibile che tra altri dieci anni ci rincontreremo. E sarà un’altra occasione, ma, a quel punto, non lascerò correre così facilmente.
La vita ci manda dei segnali, bisogna solo capire quale sia il loro messaggio. La vita è spettacolare. Altro che Dio o Allah. La vita. Lei è la vera divinità. Non serve pregarla, nemmeno averne timore. Lei fa quel che viene e ciò che viene è tutto ciò che deve accadere. Non c’è giusto o sbagliato.
C’è solo la felicità, tutto gira intorno ad essa. La felicità come sopravvivenza. Il problema è che, troppe volte, per ottenerla, si fa soffrire chi ci sta intorno.
È un brutto gioco questo, cara vita. Però io ti dico questo: anche se tu vorrai schiacciarmi, Io non te lo lascerò fare. Anzi, con dolcezza, Ti caricherò sulle spalle. Con i capelli mi asciugherò il sangue e il sudore E andremo lontano, vita, eccome se ci andremo.
Qual è il mio colore preferito? Il rosso. E non rimpiangerò mai, mai la mia infantile, saggia scelta di essere me stessa, fino alla fine.