Il Gallo siamo noi. La parola all’autrice
Questo libro nasce da solo. Non lo decido, non lo programmo, non lo inizio. Almeno fino al secondo capitolo. Poi, iniziamo entrambi un processo di autostima e presa di iniziativa, che ci permette insieme di esporci, mostrarci per ciò che eravamo, e ciò che saremmo voluti diventare. Timidamente, ma con le idee chiare, lo porto avanti con il sostegno della Comunità San Benedetto al Porto, come fosse un «regalo» che finalmente potevo fare a chi in quegli anni mi era stato accanto; a don Gallo che non c’era più e ne sarebbe stato fiero, alla Comunità che poteva farlo suo, e a tutti quelli a cui l’ho dedicato. Nasce perché dettato dall’esigenza di scrivere, di rimettere insieme i pezzi della mia vita ed incrociarli con quelli degli altri. Quando Andrea («il Gallo») è mancato ho realizzato che la Storia aveva messo un punto. E lo aveva fatto anche nella mia vita. Era necessario ricominciare. Ritirare le reti, contare i pesci, e ributtarle in mare con una forza nuova. Era necessario guardarsi intorno, riconoscersi, e fare qualcosa insieme. Questo libro era una scommessa, un sogno, un miraggio. Qualcuno potrebbe anche aver pensato che non sarei riuscita a portarlo a termine davvero. Ci ho lavorato di notte, l’ho scritto a mano mentre andavo e tornavo dal lavoro, per poi ricopiarlo al computer quando ormai tutti dormivano, dopo giornate interminabili. Poi gli incontri. Fondamentali per questo libro. Letizia, Ilaria, Vincenzo, Andrea e tutti gli altri che hanno voluto contribuire a rendere questa storia davvero Nostra. Contributi importanti, senza i quali questo libro non avrebbe avuto il senso comune che ha. Buona lettura, allora!
Viviana Correddu
…perché poi, ce l’abbiamo fatta! I suoi ragazzi hanno scritto il primo libro per lui, e non su di lui. La differenza è sostanziale.
Perché è a lui che è dedicato.
Con amore e gratitudine, ma senza retorica.
Non ci piace e non ne facciamo parte.
E una sensazione: che il Gallo, oggi, siamo noi!
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