Voglio iniziare a prendermi cura del tempo
Vorrei prendermi cura del tempo come si fa con una piantina nuova, appena comprata, dal quel fioraio in cui andavo da bambina. Mi piaceva così tanto girare tra le serre a trovare la mia piccola, che poi, avrei dolcemente adottato. Una madre e il suo nuovo cucciolo. Così mi sentivo. E mi piaceva da matti. Era l’idea di avere qualcosa di tutto mio, vivo. L’avrei vista crescere, sbocciare. Adunarsi di verdi intensi o pastello. L’avrei nutrita con cura e dedizione. E le avrei parlato, ovviamente. Perché nulla può vivere senza amore.
In ogni caso, non durava molto. Ero pur sempre una bambina e sapevo ben poco di come prendermi cura delle piante. Però, quando le trovavo appassite, il cuore perdeva un battito.
Non ero stata brava, non abbastanza attenta. Come avevo potuto scordarmi della mia piccola creatura! È così tutta la giornata si sarebbe tinta di grigio, e di delusione, nei miei confronti.
Scusa, scusa piantina. Tu meritavi altro tempo.
Il vero problema non era che non sapevo curare le piante. Ma che non avevo cura verso il tempo.
Il tempo che, come dicono tutti, passa.
Si, è una saggia scelta ripetere questa frase fatta senza assaporane davvero il significato profondo.
Scrivo con la sigaretta in mano. Aspiro, non forte. La punta si tinge di rosso acceso, si ode un leggero mormorio di tabacco che brucia.. E poi cade.
Andata. Non tornerà più indietro quel momento. Nell’instante preciso in cui lo osservi, è già svanito.
Se vivessi prestando attenzione a ogni attimo che sfugge, la vita sarebbe una tragedia. È come se fossi sempre in ritardo, mi accorgo del secondo che c’è nel preciso instante in cui lo vedo consumarsi nel suo atto. Sarebbe da diventare pazzi.
Voglio iniziare a prendermi cura del tempo, non viverlo sempre in ritardo, ma riuscire a raggiungere la consapevolezza di sapere quando sta per accadere qualcosa che mi devo gustare. Sarebbe come essere chiaroveggenti, sembra.
Però, in realtà, si tratta semplicemente di essere consapevoli delle proprie azioni, attenti alla vita. Alle persone. Alla natura. Alle parole.
Soprattutto alle persone.
Perché imprevedibili, ma estremamente enigmatiche. a volte possedute dal l’istinto, altre metodiche calcolatrici.
Mi prenderò cura del tempo, e di me.
«Abbi cura di te».
Questo mi ripeto, ogni mattina.
Dopo una carezza di crema alla camelia.
E un bacio veloce al tronco verde della vita. Fili d’erba, e rugiada.
Ha pienamente ragione l’autrice quando dice che il tempo è il nostro tempo e che sono i piccoli gesti quotidiani a farcelo amare gustare. È bello perché è qualcosa relativamente astratto ma anche concreto. ‘Abbi cura di te’ è e resta un inno al tempo per se stessi quello più prezioso e importante nostro e inviolabile
Grazie per la riflessione Elena